Processo Associazioni Cattoliche VS Gleeden: in tribunale ha vinto l’infedeltà

 

Processo Gleeden: la corte di cassazione è a favore dell’infedeltà.
E in Italia avanza il ddl cantini contro l’obbligo di fedeltà coniugale,
ora al vaglio di Palazzo Madama.

Oggi, la sentenza che scagiona il portale di incontri extraconiugali dalle accuse mosse dalle Associazioni Familiari Cattoliche: per la giustizia francese il brand può continuare a promuovere l’infedeltà.

 


Quando il core business di un’azienda è niente meno che l’infedeltà coniugale, è impossibile restare indifferenti. E sconvolgere l’opinione pubblica cattolica era solo una questione di tempo. È bastato tappezzare la metropolitana di Parigi di manifesti inneggianti all’adulterio per far perdere la bussola alla Confederazione delle Associazioni Familiari Cattoliche (AFC), che a febbraio 2015 ha citato in giudizio Gleeden, il portale di incontri extraconiugali leader in Europa con oltre 3.3 milioni di utenti iscritti, chiedendone la definitiva censura.

A quasi due anni di distanza, oggi 9 febbraio 2017, la giustizia francese si è pronunciata: nessuna censura per Gleeden, il tribunale ne sancisce il diritto a comunicare e il brand potrà continuare a fare pubblicità negli spazi pubblici.

Un epilogo forse scontato, dato che la stessa aveva già dichiarato l’infedeltà non più un atto contro la morale con una sentenza emessa solo un anno fa*.

Ma se la società francese sembra evolversi a favore di una visione più laica e libera del matrimonio, quella italiana non è da meno . È del 15 dicembre la notizia che il Disegno di Legge proposto dalla senatrice Laura Cantini è ora al vaglio della Commissione di Giustizia a Palazzo Madama. Un disegno di legge che ha come obiettivo quello di modificare l’art. 143, comma 2, del Codice Civile e che si traduce nell’eliminazione dell’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi.

Via l’obbligo di fedeltà coniugale, dunque, che viene definito “retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio”: le corna potrebbero a breve diventare “legali” e non essere più considerabili tra le cause plausibili di divorzio.

Un passo avanti forse necessario, visti i numeri dell’infedeltà in Italia registrati dall’istituto di Opinione Pubblica IFOP in uno studio commissionato da Gleeden.

 

L’Italia è il paese europeo che tradisce di più e che si pente di meno

45%. È questa la percentuale di italiani che ha dichiarato di aver tradito il partner almeno una volta. Percentuale che risulta essere la più alta d’Europa. L’Italia è infatti il paese con il più alto tasso di relazioni extraconiugali, superando persino la Francia (43%), la Gran Bretagna (36%) e la cattolicissima Spagna (39%). E non a caso è il paese in cui Gleeden conta oltre 900.000 iscritti, quasi un terzo della sua community totale.

Ma i dati vanno ancora oltre: alla domanda “ti sei pentito/a di aver tradito il partner?” solo un 27% di italiani ha risposto sì contro il 73% di no. E anche stavolta la percentuale è la più alta d’Europa (Francia e Germania 28%, Spagna 36% e Gran Bretagna 50%).

Per il 63% degli italiani sembra che sia del tutto possibile amare due persone contemporaneamente, con un 21% degli intervistati che ha rivelato una stabile e duratura relazione con l’amante contro un 41% di avventure occasionali. Anzi, il 43% si aspetta addirittura di essere perdonato dal partner qualora ne scopra la scappatella.

Non sorprende quindi che il DDL Cantini voglia ufficializzare una pratica ufficiosamente popolare.

 

Gleeden in Italia: le campagne shock

Un’ulteriore prova che l’Italia sia decisamente avanti sul fronte adulterio rispetto agli altri paesi d’Europa lo dimostrano anche le passate campagne di comunicazione di Gleeden nel Belpaese.

Sin dal suo lancio, il brand ha infatti fatto parlare di sé per le campagne provocatorie: nel 2012 i maxi cartelloni a Milano inneggianti all’infedeltà, affissi a soli tre mesi dall’arrivo di Papa Benedetto XVI in città per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, suscitano non poche polemiche nel capoluogo lombardo. Le affissioni non vengono però censurate e il Brand ha il benestare dell’IAP, l’Istituto per la Disciplina Pubblicitaria in Italia.

«In Italia la marca è sempre stata ben percepita: nonostante l’argomento controverso, le nostre campagne e iniziative di comunicazione hanno sempre incontrato il favore del pubblico e dei media» – commenta Sybil Shiddell, responsabile della comunicazione in Italia del Brand. «Questo perché lo affrontiamo in modo ironico e leggero, che fa sorridere invece che indignare. E i sondaggi di gradimento che lanciamo per ogni campagna ce lo confermano, così come la sentenza di oggi. Stiamo seguendo da vicino l’avanzamento del DDL Cantini, che per noi rappresenterà senza dubbio una nuova occasione per comunicare».

 

*Sentenza della Corte di Cassazione Francese pronunciata il 17 dicembre 2015: «Con l’evolversi delle abitudini così come dei concetti morali, ad oggi non è più possibile considerare l’infedeltà coniugale come in contrasto con la comune rappresentazione della moralità nella società contemporanea».

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